Per affrontare efficacemente i problemi viari e ambientali che affliggono il Ticino, cantone più motorizzato della Svizzera, è fondamentale portare sempre più persone verso l’utilizzo di forme di mobilità che consumano meno risorse e riducono l’inquinamento atmosferico. È preoccupante constatare che gli sforzi profusi per promuovere la mobilità pubblica e dolce vengono vanificati da progetti che creano di fatto degli incentivi per il traffico su gomma, come l’ostinata volontà di ampliare i parcheggi nei centri città e di introdurre la terza corsia autostradale tra Lugano Sud e Mendrisio. È imperativo – non da ultimo in un’ottica di disciplina finanziaria – fare confluire tutti i fondi non legati alla manutenzione delle strade nello sviluppo della mobilità collettiva e sostenibile.

Questo riorientamento degli investimenti dovrebbe da un lato aumentare il margine di manovra per potenziare le capacità di trasporto ferroviario e per rendere la fruizione dei mezzi pubblici più accessibile economicamente. Dall’altro, un’occupazione più efficiente dei mezzi di spostamento, ad esempio attraverso un’unione del trasporto merci e persone o una maggiore promozione del car-pooling, contribuirebbe a contrastare (praticamente a costo zero) molti ingorghi stradali. Oltre a ridurre i mezzi motorizzati privati su strada, è però necessario diminuire gli spostamenti pendolari in generale. L’adozione di un salario minimo dignitoso e la creazione di spazi di coworking accoglienti nelle zone periferiche sono due esempi di misure trasversali, in grado di contribuire al conseguimento dell’obiettivo sopracitato e rispondere ad altre esigenze: favorire l’assunzione di manodopera residente e dare nuovo slancio alle regioni al di fuori dei poli urbani.

Rocco Vitale, co-coordinatore Giovani Verdi e candidato 89