Conosciuto anche come “vespa del castagno”, questo parassita in passato ha causato ingenti danni alle selve castanili di tutto il Cantone, facendo crollare praticamente a zero, all’apice della sua diffusione nel 2015, la produzione di castagne. Questo flagello sembrava essere stato poi circoscritto dalla diffusione di un organismo antagonista (il Torymus sinensis), la cui introduzione nel nostro ecosistema è stata monitorata per mesi da esperti dell’Ufficio federale dell’Ambiente (UFAM).

Tuttavia, i segnali provenienti dalla Valle di Muggio e dal Gambarogno sembrano confermare una recrudescenza della diffusione di questo imenottero, forse dovuta all’innalzamento delle temperature medie. Il problema è serio e non va sottovalutato, soprattutto in considerazione del fatto che il Fondo svizzero per il paesaggio, dal 1994 ad oggi, ha investito oltre 3 milioni di franchi per il ripristino delle selve castanili in Ticino. Lo stesso Direttore del Dipartimento del Territorio Claudio Zali ha definito “gli sforzi volti a rivalutare questo prezioso patrimonio storico-culturale (…) particolarmente degni di nota. Nel recente Piano forestale cantonale, i castagneti da frutto sono stati riconosciuti anche per il loro fondamentale ruolo quale strumento di politica forestale” (Rivista patriziale ticinese, Dicembre 2014/04, 68. Anno, No. 295).

Protezione del territorio, preservazione degli ecosistemi, valorizzazione delle zone periferiche e monitoraggio degli effetti locali del surriscaldamento climatico globale: tutti temi che i Verdi del Ticino si impegnano a portare avanti nel corso di questa legislatura. Tutti temi che oggi sono minacciati dal nefasto ritorno del Cinipide del castagno.

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