Verdi del Ticino esprimono profonda delusione per l’approvazione, da parte del Consiglio degli Stati, del postulato del presidente del PLR Thierry Burkart che chiede di valutare lo sfruttamento sicuro a lungo termine delle installazioni nucleari già esistenti e di valutare uno scenario che contempli la costruzione di nuovi impianti. Per i e le Verdi del Ticino la produzione energetica da fonti sostenibili e locali è l’unica via percorribile per garantire un approvvigionamento energetico continuo, indipendente e sicuro, senza gravare sull’ambiente e sulle future generazioni.

 

Questo postulato è in netto contrasto con la volontà popolare che, approvando la legge sull’energia nel 2017, ha chiaramente espresso la volontà di una politica energetica che si basasse sulla promozione delle energie rinnovabili e che vietasse la costruzione di nuove centrali nucleari. Inoltre, esso non considera che le centrali nucleari svizzere, tra le più vecchie del Mondo, presentano già ora un rischio. Uno sfruttamento a lungo termine non deve andare a scapito della sicurezza del Paese. Infine, il postulato ignora gli sviluppi del XXI secolo.

 

Le centrali nucleari rappresentano già oggi un rischio per l’approvvigionamento elettrico – le interruzioni non pianificate possono difficilmente essere compensate data la grande potenza produttiva di ogni singola centrale.

 

Inoltre, esse non saranno pronte per il funzionamento prima di 20-25 anni. Fino ad allora, non potranno contribuire alla sicurezza dell’approvvigionamento. Le nuove tecnologie di reattori esistono solo sulla carta e ancora per decenni non saranno disponibili su scala industriale. Le nuove centrali nucleari sono inoltre difficilmente sostenibili dal punto di vista finanziario e andrebbero a scapito dell’espansione delle energie rinnovabili. Tutte le principali aziende fornitrici di energia in Svizzera si sono chiaramente impegnate a eliminare gradualmente l’energia nucleare a favore della produzione di elettricità da fonti rinnovabili e hanno dichiarato pubblicamente che un dibattito sulla costruzione di nuove centrali nucleari è dannoso per la transizione energetica in Svizzera. Né le aziende fornitrici di energia, né le banche, né le compagnie di assicurazione sono disposte a investire in nuove centrali nucleari, e qualsiasi investitore straniero creerebbe insostenibili dipendenze. Dipendenza dall’estero che rimane in ogni caso per il combustibile nucleare.

La guerra in Ucraina ci ha fatto capire ancora una volta i pericoli delle centrali nucleari. La sicurezza assoluta non esiste, né per i reattori esistenti né per quelli futuri. Anche le scorie radioattive non scompariranno, indipendentemente dal tipo di reattore utilizzato. Anche dopo oltre 50 anni di energia nucleare in Svizzera, non abbiamo trovato un modo sicuro per smaltire le scorie radioattive. Il capitolo dell’energia nucleare deve essere quindi chiuso al più presto.

Vi è una sola via percorribile: finanziare in maniera adeguata la produzione energetica da fonti sostenibili e locali. Solo così si potrà garantire un approvvigionamento energetico continuo, indipendente e sicuro, senza gravare sull’ambiente e sulle future generazioni.

I Verdi del Ticino si impegnano a contrastare con fermezza questa miope e pericolosa deriva, ribadendo con forza la necessità di un futuro energetico libero dal nucleare e basato sulle energie rinnovabili