Grazie presidente, stimato consigliere di Stato, colleghi e colleghe,

Il riscaldamento climatico in Svizzera dall’era preindustriale ha raggiunto i 2.1 gradi e si sta ulteriormente intensificando (il 2023 era già stato 2.7 gradi oltre la media preindustriale). L’aumento della temperatura media è a sua volta causa dell’aumento delle ondate di calore, in particolare di quelle più estreme. Le giornate tropicali con massime sopra i 30°C e le notti tropicali con temperatura minima sopra i 20°C sono quasi quintuplicate in Ticino dagli anni settanta. La temperatura media giornaliera dell’ondata di calore su 3 giorni più calda dell’estate è passata in Ticino in media dai 24 ai 26-28 gradi. Anche i giorni di canicola secondo la definizione attuale di MeteoSvizzera, ovvero giornate con temperatura media sopra i 25 gradi, hanno una tendenza ultradecennale di aumento significativo anche se questa si sovrappone ad una variabilità piuttosto marcata da un anno all’altro. Mi permetto quindi qui di contestare la frase contenuta nel rapporto di maggioranza: affermare e cito «che non è una tendenza quella di andare verso un futuro con temperature sempre più elevate» è semplicemente falso. Il trend attuale e gli scenari climatici futuri sono inequivocabili: al momento stiamo seguendo addirittura le traiettorie peggiori che prevedono un riscaldamento globale vicino ai 3 gradi, equivalenti a 6 gradi a livello svizzero.

Le conseguenze sanitarie di questa estremizzazione delle ondate di calore sono state evidenti: la mortalità nella popolazione anziana è aumentata significativamente. Diversi studi sia a livello svizzero che internazionale lo hanno ormai dimostrato. Le donne anziane sono state le più colpite così come a livello geografico le popolazioni nelle aree più urbanizzate. Ognuna delle estati torride dal 2003 ad oggi ha causato in Svizzera un aumento rispetto ad un anno senza canicole da 500 a 1000 unità dei decessi nella popolazione anziana. Per quanto riguarda la popolazione anziana andrebbero quindi adottate tutte le misure a disposizione per evitare di esporla alle situazioni di forte canicola. Anche la recente sentenza della Corte Europea Dei diritti Umani riconosce alle anziane un diritto alla salute o alla vita, proprio in questo contesto climatico.

Per quanto riguarda invece le altre categorie della popolazione non vi è stato finora un aumento sistematico della mortalità in caso di canicola. La situazione è quindi meno preoccupante e richiede quindi delle misure più puntuali e diversificate per ridurre il disagio a dipendenza dell’attività svolta. Le misure da prendere nel mondo del lavoro non sono quindi generalizzatili a tutte le situazioni anche se si parla di lavoro all’aperto: la presenza di ombra e acqua, la presenza di superfici cementificate o verdi, la presenza o assenza dalla ventilazione naturale tramite brezze e il tipo di attività svolta all’aperto può rendere meno pesanti e dannose le condizioni. In questo ambito una maggiore collaborazione tra le parti sociali come già in parte avviene dovrebbe permettere di calibrare delle misure a seconda di ogni attività specifica. Ricordiamo che grazie ai sindacati molti CCL stanno già introducendo delle norme che vanno a limitare alcune attività lavorative durante le giornate canicolari. 

Fatta questa premessa generale ed entrando nel merito delle 4 iniziative elaborate, condividiamo la preoccupazione di fondo da cui sono scaturite ma riteniamo che mettano in campo almeno in parte strumenti sproporzionati per raggiungere l’obiettivo, ovvero evitare delle situazioni di estremo disagio per la popolazione che in alcuni casi particolari possono anche mettere in pericolo la vita.

L’introduzione dell’articolo che chiede il divieto della attività pomeridiane in caso di canicola e la modifica dell’articolo sulle scuole della «La Legge sulla promozione della salute e il coordinamento sanitario» sono sproporzionate in quanto le condizioni possono essere da situazione a situazione molto diverse. Un divieto di lavoro pomeridiano potrebbe essere in diverse situazioni non necessario ed esagerato. Se si vuole entrare in una logica di divieto bisognerebbe definire molto meglio le tipologie di lavoro e le condizioni che devono essere sodisfatte.
Per quanto riguarda invece le scuole è evidente che il Cantone deve accelerare il risanamento energetico degli edifici in modo che possano essere più performanti anche in situazioni di canicola. Ma vista la possibilità di effettuare dei programmi alternativi, e qui si auspica la massima flessibilità da parte delle direzioni, il problema può essere in gran parte ridotto. Va inoltre sottolineato che situazioni di canicola avvengono per la maggior parte nei periodi di vacanza.

Riguardo alle modifiche legislative riguardanti la sfera sanitaria, e qui mi riferisco in particolare all’articolo 81 della legge sulla promozione della salute, riteniamo invece che può essere fatto almeno in parte un discorso diverso proprio alla luce della fragilità della popolazione anziana in caso di ondate canicolari. Qui secondo noi la maggioranza commissionale avrebbe dovuto entrare maggiormente nel merito delle proposte. Riconosciamo al Cantone che nel quadro del gruppo GOSA sia stato già fatto molto a livello preventivo e di sensibilizzazione. In questo campo il Ticino ha svolto un ruolo da pioniere, anche perché è stato toccato prima di altri cantoni dalle situazioni canicolari. Riteniamo però che sia fondamentale fare di più e più velocemente anche a livello infrastrutturale. La necessità di climatizzazione nelle camere dove sono ospitate persone anziane o malate come pure una maggiore sensibilità ad evitare isole di calore in prossimità degli ospedali e delle case per anziani è e rimane fondamentale. Una parte del nuovo articolo canicola della legge sanitaria, quello riguardante le strutture socio sanitarie, andava in qualche modo salvaguardato con un controprogetto. Il fatto di mescolare da un lato tipologie di situazioni e rischi differenti a dipendenza delle categorie della popolazione e dall’altro proporre misure sproporzionate e ad annaffiatoio non ha certamente facilitato la commissione a valorizzare quanto di buono c’era nelle iniziative del MPS. Da qui l’assenza di un rapporto di minoranza che nella pratica avrebbe dovuto elaborare uno o più controprogetti legislativi più precisi e proporzionati, sostituendosi di fatto agli iniziativisti. Come Verdi siamo però a disposizioni nel valutare con i promotori delle nuove iniziative o mozioni più precise e calibrate su questo tema. 

Alla luce di quanto espresso come Verdi non abbiamo firmato il rapporto di maggioranza quindi vi invitiamo a bocciarlo. Nel merito delle iniziative specifiche approveremo quella sull’articolo 81 e ci asterremo sulle altre.