I Verdi del Ticino sono preoccupati per la sospetta fretta per l’installazione della rete 5G. Con un articolato documento e due atti parlamentari insistono per un maggiore principio di precauzione a beneficio della popolazione ed esprimono la loro opposizione a qualsiasi allentamento dei limiti come pure all’assegnazione di nuove frequenze.

Dopo che l’Ufficio federale delle comunicazioni, su mandato dell’omonima commissione (ComCom), ha venduto all’asta delle nuove frequenze per il 5G nel febbraio 2019, in molti si sono chiesti cosa stesse succedendo. Strana fretta in sordina e strano modo di decidere sulle concessioni, senza aspettare le conclusioni dello studio, commissionato da Doris Leuthard, inteso ad analizzare le esigenze e i rischi legati allo sviluppo delle reti 5G. C’era la sensazione di trovarci davanti al fatto compiuto e che le autorità si prestassero ai giochi del mercato al posto di esercitare la vigilanza.

Le norme sulle radiazioni elettromagnetiche sono obsolete e necessitano di fondamenti scientifici attuali.

I Verdi del Ticino hanno inoltrato due atti parlamentari al Gran Consiglio per chiedere alla Confederazione di intervenire con urgenza, visto che la competenza per le telecomunicazioni è della Confederazione. “Ci attiviamo con una Risoluzione Generale all’attenzione del Consiglio Federale (Art. 111 LGC), per chiedere una moratoria 5G urgente e l’adattamento delle relative Ordinanze e, in un secondo Atto parlamentare gemello, con unIniziativa Cantonale all’attenzione delle Camere Federali (Art. 106 LGC), contenente le stesse informazioni, per la modifica delle relative Leggi federali.”

I due atti hanno lo stesso contenuto ma due iter diversi: l’Iniziativa Cantonale diventerà una mozione federale con tanto di messaggio del Consiglio Federale, voto agli stati e al nazionale; la Risoluzione Generale va al Consiglio Federale che decide se dare seguito o cestinarla. Fare due atti significa quindi aumentare la pressione sul Consiglio Federale per attuare effettivamente la moratoria.

In diversi Cantoni è stata decisa una moratoria 5G. In Ticino lo chiedono un’Interrogazione ed una Mozione:

– Interrogazione 62.19, 12.04.2019, Valutazione dei rischi della tecnologia 5G, Presentata da Crivelli Barella Claudia.

– Mozione 1391, 02.05.2019, Per una moratoria dell’installazione di antenne 5G in Ticino, Presentata da Dadò Fiorenzo.

Ma le moratorie cantonali non hanno purtroppo valenza giuridica essendo la telefonia una competenza federale. Ecco il motivo di questa forma particolare degli atti appena inoltrati.

I due atti parlamentari sono stati firmati da tutte le Granconsigliere e da tutti i Granconsiglieri Verdi:

Samantha Bourgoin, Claudia Crivelli Barella, Cristina Gardenghi, Marco Noi, Nicola Schoenenberger, Andrea Stephani e dai seguenti Deputati di altri Partiti: Fiorenzo Dadò PPD, Giorgio Fonio PPD, Matteo Quadranti PLR e Simona Buri PS, e sono stati depositati alla Segreteria del Granconsiglio.

Gli atti parlamentari si basano su un articolato documento di posizione sulla questione del 5G che i Verdi del Ticino hanno adottato lo scorso luglio. Il documento contiene tra l’altro le seguenti richieste:

  • I VERDI sono assolutamente contrari a un aumento dei limiti di radiazione e si impegnano per un rafforzamento del principio di precauzione. 
  • I VERDI si adoperano affinché in Svizzera il maggior numero possibile di segnali venga trasmesso via cavo.
  • I VERDI non intendono opporsi per principio alle nuove tecnologie. Ma chiedono di diminuire l’esposizione alle onde elettromagnetiche e di sviluppare le alternative più sicure.
  • I VERDI chiedono che i Cantoni e la Confederazione adottino una campagna di sensibilizzazione sull’inquinamento elettromagnetico e sussidino una campagna di misurazione dell’elettrosmog