A Gandria stiamo distruggendo, con un importante investimento di fondi pubblici, un sito naturalistico unico, che gode della massima protezione, capace di attirare specialisti e turisti da mezza Europa e la cui preservazione in verità necessiterebbe solo di qualche intervento di poco conto.

La zona del Sentiero di Gandria è famosa sin da tempi remoti per la sua vegetazione unica in Svizzera. Infatti, tra le oltre 170 specie vegetali autoctone che si osservavano facilmente lungo il sentiero, spicca una proporzione importante di piante molto rare. Esse sono iscritte nella Lista Rossa Svizzera delle specie minacciate di estinzione[1] ad esempio il paleo tardivo (Cleistogenes serotina) o la Fumana comune (Fumana procumbens), oppure protette a livello federale[2], come la frassinella (Dictamnus albus), o a livello cantonale[3] come la Ruta (Ruta graveolens), l’erba-perla azzurra (Buglossoides purpurocaerulea) o il centauro giallo (Blackstonia perfoliata).

Per la bellezza paesaggistica e unicità dal profilo floristico e faunistico, la zona del Sentiero di Gandria è stata inserita come oggetto d’importanza nazionale nell’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d’importanza nazionale[4] (oggetto 1812) e nell’ Inventario federale dei prati e pascoli secchi di importanza nazionale[5] e relativa ordinanza federale (oggetto 1676). Gandria gode quindi, almeno sulla carta, di una protezione ai massimi livelli.

Avevamo già segnalato discutibili interventi in questa zona in un’interrogazione del 12 novembre 2011. Da circa un anno si sono moltiplicate le segnalazioni a proposito della gestione inadeguata del Sentiero di Gandria dal profilo naturalistico e legale. Tale gestione è giudicata eccessiva e dannosa per la biodiversità dagli esperti del settore, anche provenienti da fuori Cantone (si veda a tal proposito la lettera aperta al Municipio di Lugano da parte dei membri del “Cercle Vaudois de Botanique” e l’articolo apparso su “La Regione Ticino” del 22 febbraio 2013 a pag. 19). Le squadre comunali della manutenzione delle strade, con il beneplacito della Sezione del Verde Pubblico, stanno asportando completamente la vegetazione su una fascia larga parecchi metri a monte del sentiero e in alcuni tratti anche a valle di esso, lasciando muretti e rocce raschiati a nudo, prati secchi divelti e tagliando al piede alberi e arbusti tipici (vedi foto allegate).

Le conseguenze sono molteplici: sono distrutte popolazioni di piante rare, minacciate e protette, a scapito delle quali è favorita una vegetazione banale di alte erbe annuali (comunemente chiamate malerbe, che trasmettono un senso di abbandono), aumenta il rischio di erosione e caduta sassi, il paesaggio si imbruttisce, il sito diventa inospitale d’estate per mancanza di ombra, sono danneggiati il turismo storico e sostenibile di appassionati della natura come anche l’immagine di Lugano. Tutto questo con interventi assai costosi sostenuti dalla collettività.

Chiediamo quindi al Municipio:

  • Gli interventi al Sentiero di Gandria seguono un concetto in linea con gli obiettivi di protezione derivanti dalle norme legali in vigore?
  • Questi interventi sono stati coordinati con gli uffici cantonali e federali competenti (Ufficio della natura e del paesaggio del Cantone Ticino e Ufficio federale dell’ambiente)?
  • Intende il Municipio risanare i danni già provocati al Sentiero di Gandria e aggiustare il tiro a riguardo della gestione? Come lo intende fare?
  • In che modo le ripetute segnalazioni e le richieste per una gestione seria del verde a Lugano – ricordiamo la mozione 3333 di Gianni Cattaneo del 5 febbraio 2007 che chiede un Regolamento del verde pubblico e privato – sono state inoltrate agli operatori (da una parte a chi si occupa degli interventi sul territorio, dall’altra parte a chi si occupa della promozione turistica)? Quali istruzioni sono state date? Quali strumenti guida? (Vademecum, cahier de charges, liste di oggetti di interesse internazionale, ecc.)

In attesa delle risposte, salutiamo cordialmente,

Gianni Cattaneo e Melitta Jalkanen

[1] Moser D., Gygax A., Bäumler B., Wyler N. & Palese R., 2002. Lista Rossa delle felci e piante minacciate della Svizzera. CRSF, CJBG, UFAFP. Berna, 120 pp.

[2] Ordinanza Federale sulla protezione della natura e del paesaggio (OPN, 451.1, del 16 gennaio 1991).

[3] Regolamento della legge cantonale sulla protezione della natura (RLCN, del 23 gennaio 2013).

[4] Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d’importanza nazionale (IFP, del 1977 attualmente rielaborazione). Oggetto 1812: Gandria e dintorni.

[5] Ordinanza sulla protezione dei prati e pascoli secchi d’importanza nazionale (Opps, 451.37, del 13 gennaio 2010) e relativo Inventario federale dei prati e pascoli secchi di importanza nazionale. Oggetto 1676: Trivelli.

Destra: Intervento all’interno del perimetro del prato secco di importanza nazionale (foto del 23.02.213) // Sinistra: Aumento del rischio di caduta sassi (foto del 23.02.213)
Taglio di specie arboree rare (carpino nero a sinistra e bagolaro a destra, foto del 23.02.213)